NBL – National Briscola in 5 League

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La Endurance Cup ai raggi X, le NBLstats+ ci dicono cosa è successo e la conferma che aspettavamo: xP sperimentali sono attendibili!

Per la prima volta le statistiche plus NBL sono state applicate ad una partita di lunga durata e gli spunti non sono mancati.

Il nuovo motore che regola le statistiche plus permetterà di ricavare un numero spropositato di dati nel prossimo futuro, ma già nell’immediato permette di analizzare partite dalla durata di diverse ore. La Endurance Cup 2025 era il test perfetto.
Non erano mai stati elaborati gli xP per partite così lunghe e la curiosità era tanta; inoltre è stato possibile rispondere ad un quesito che era stato aperto durante La 24 Ore 2025 ovvero se i punti attesi stimati durante la competizione avessero affidabilità. La risposta in realtà l’avevamo già imbastita ma gli scettici si devono adesso ricredere perché stiamo per vedere le risultanze.

Partiamo in ordine ed analizziamo il primo dato, che risponde alla domanda più importante: chi ha avuto le carte migliori? A questa domanda rispondono direttamente gli xP Primari.
Gli xP Primari dall’anno scorso ad oggi hanno avuto un’evoluzione di approccio importante; si è voluto esplorare ogni tipo di logica, tra le diverse ipotizzate.
Questo potrebbe essere un concetto difficile da spiegare ma gli xP primari adesso sono “xP Secondari centrici”. In pratica questo vuol dire che ogni sistema di calcolo si basa sul sistema che ha mostrato maggiore solidità statistica, ovvero gli xP Secondari, che ricordiamo analizzano le carte dei giocatori a partire del secondo giro cioè a giro al buio giocato.
Distinguere un prima e un dopo giro al buio diventa cruciale per le peculiare anomalie che il primo giro ha: il giro al buio è un gioco nel gioco.

Gli xP Primari quindi usano lo stesso dataset dei secondari, partendo però dalla condizione di “tutte le carte in mano”. A questo punto occorre quindi effettuare una serie di ipotesi, ognuna con un peso probabilistiico definito.

Fatta questa doverosa premessa andiamo a vedere i dati della partita partendo proprio dagli xP Primari, che ci danno la misura della qualità delle carte ricevute dalle 5 squadre.

I Castelleoni sulla carta hanno avuto il potenziale per vincere. Nonostante il numero elevato di mani, il divario è veramente limitato. Molto spesso in 10 mani abbiamo avuto dei differenziali tra i diversi giocatori elevato; pensare che tra i primi 4 ci sia un distacco di soli 24 punti attesi dopo 76 mani fa riflettere sulla bontà del sistema di distribuzione di carte regolato dalla piattaforma.

Quindi sulla carta I Castelleoni potevano vincerla? In teoria sì. Gli xP Secondari qui sotto però mostrano uno scatto degli Attenti A Quei Due.

Il confronto tra xP1 e xP2 mostra chiaramente dove Arturo e Franco hanno fatto la differenza: chiamata e giro al buio.
Andiamo nel dettaglio per capire dove, sia nel giro al buio che in chiamata, deriva questa differenza.
Quando parliamo di giro al buio condizionante, si parla di presa da parte del chiamante e punti giocati dagli avversari.
Escludiamo le prese in quanto sia Franco che Arturo hanno preso rispettivamente il 40% delle volte (medio alto) e 25% delle volte (medio). In questi casi le hanno vinte tutte. Hanno performato bene ma non è stato determinante.
Restando ancora nel giro al buio ciò che invece ha fatto la differenza è il quantitativo di punti presenti quando ha chiamato in particolare Franco. Punti bassi per il range 81-90, nella media per il range 91-100, mentre Giuseppe è dovuto partire difendendo mediamente un 96 al giro al buio, nel range 81-90, positivo invece nel range 91-100 mentre per Giovanni un incubo con 119 nel range 91-100 (1 sola chiamata). Questo spiega più che altro il grosso delta negativo che subisce Castelleoni passando da xP1 a xP2.

Le statistiche avanzate ci mostrano che tutto sommato le chiamate potenziali tra le 5 squadre siano state eque; è anche vero che ogni asta poi ne decreta una sola, rovinando le potenziali a qualche squadra. Tuttavia il valore di chiamate attese ci fornisce un’indicazione:

Franco e Arturo hanno “rubato” 2 chiamate, mentre Giuseppe e Giovanni ne hanno perse 3, creando un delta di 5 chiamate.

Utilizzando il grafico di xP Primari, confrontandolo con i punti reali, notiamo come sia stata determinante la prima parte di gara, ovvero lo stint giocato da Franco, che apre il gap e di fatto la squadra lo mantiene.

In questa fase Franco guadagna moltissimo rispetto ai punti attesi, complice anche una serie di chiamate incerte degli avversari dove la media della probabilità di vittoria nelle prime 20 mani è leggermente sotto il 50%, prima del giro al buio.

Tra tutte le mani sottolineiamo solamente la mano 35, giocata da Arturo, molto particolare. Considerando la discrepanza tra probabilità di riuscita prima del giro al buio e l’esito possiamo definirla come la mano chiave di tutta la competizione, specialmente per il momento in cui è avvenuta.
Per gli xP Primari infatti la probabilità di riuscita è intorno al 16%; Arturo chiama 81 senza asso, tre e donne, ma avendo 5 briscole.

Siamo di fronte ad un potenziale compagno splittato. Il grafico ci mostra come una situazione del genere possa avere un range di probabilità, legato agli scenari tipici, tendente al basso. Un fattore solamente qui ribalta le probabilità nel giro al buio ovvero che Giuseppe Barone gioca il 3 “secco”, andando ad innalzare il valore di giri coperti e conseguentemente lo scenario.
Dopo il giro al buio, Arturo trova il 3 accompagnato dalla donna (8) e il valore tecnico “cover”, giri coperti, sale da 1 a 6. Mano sistemata e probabilità che schizzano all’86%.

Per onestà intellettuale, tra gli scenari che la probabilità primaria ipotizza manca ancora (in fase di sviluppo) quello che si è presentato in questa mano, ovvero il chiamante che chiama senza sia asso che tre, dove potenzialmente entrambi possono essere giocati “secchi”. Attualmente il sistema gestisce solo le ipotesi di “secco” solo relative alla carta massima mancante al chiamante. Quindi la fascia verde della distribuzione di probabilità, in questo caso, si distribuirebbe in alto invece che restare concentrata così in basso, andando anche oltre il 90%.
Questa è di fatto una tipica chiamata dove può succedere di tutto e lo dice sia la scienza che l’esperienza, visto che viene effettuata senza sia asso che tre.

Finiamo con l’analizzare i punti attesi per singoli giocatori, che ci dice che Giuseppe Barone e Franco Coletta hanno ricevuto un set di condizioni dalle carte migliore tra tutti e bisogna rimarcare che lo hanno sfruttato.

Ed ecco che si evidenzia come Arturo abbia convertito da negativo a positivo i punti attesi e vedendo il delta che è di circa 13 punti, possiamo dire che parte di questo è proprio derivante dalla mano 35 sopra discussa (da -4 a +4).

L’ultima parte di questa profonda analisi la dedichiamo ad un lavoro postumo che è stato fatto ieri dalla nostra redazione. Ci eravamo lasciati con un quesito dopo l’ultima 24 Ore, visto che la NBL aveva portato in campo un sistema alternativo di calcolo statistico dei punti attesi, chiamato sperimentale con xP Raw.
In tanti hanno espresso scetticismo con piena legittimità. La NBL nei giorni dopo La 24 Ore ha spiegato come in realtà quel sistema rappresentasse, nel contesto di una manifestazione con così tante mani, un sistema molto affidabile, per certi aspetti il migliore.

Difficile da credere un mese fa, non più oggi. Per esercizio quindi abbiamo applicato quell’algoritmo alla Endurance Cup di venerdì scorso e quindi confrontato xP Secondari con xP Raw. Ed ecco i risultati.

Le prime due squadre analizzate sono Santa Polemica Vittoria e e Castelleoni. Gli andamenti offrono una sovrapponibilità decisamente evidente. L’andamento di Crociati Rotti è meno sovrapponibile, ma l’andamento tra le due curve blu e rossa è identico. C’è da aggiungere che il campione dati è un quarto rispetto alla 24 Ore per un sistema che trova maggiore solidità all’aumentare delle mani. Chiaramente i valori di xP Raw non vanno letti in senso così stretto, ma andrebbe considerata un intorno di confidenza che per definizione è più ampio e non di poco rispetto a quello di xP secondario. Il valore xP Raw che leggiamo è solo il valore medio rispetto ad un range più o meno ampio.

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