Oltre all’aspetto puramente di gioco, che sarà centrale nel torneo di domani, molti sono i punti interrogativi che stanno tenendo impegnati i giocatori nelle ultime ore prima della partita. Bisogna infatti capire come un torneo così lungo, interamente online, e mai sperimentato prima in questa forma, possa incidere sulla percezione della sfida stessa.
C’è poi l’aspetto pratico: il numero di mani e la frequenza con cui verranno giocate. Generalmente, nelle partite dal vivo, la media è di una mano ogni 5, quindi 12 mani all’ora, a seconda della stagione e dei giocatori in campo. Qui invece si prevede un ritmo decisamente più serrato. Anche se la durata complessiva è di sole 6 ore (3 ore a testa mediamente), l’intensità sarà nettamente superiore rispetto a una partita tradizionale, con una frequenza di mani quasi raddoppiata e una pressione che i giocatori dovranno essere pronti a gestire.
Quando si gioca online la media è infatti diversa: molto spesso si riescono a disputare 14-15 mani all’ora. Questo però accade soprattutto nelle partite più brevi, dove l’intensità è naturalmente più elevata. In un torneo così lungo, invece, è probabile che i giocatori scelgano di prendersi qualche secondo in più per gestire la concentrazione, il che potrebbe riportare i tempi vicini a quelli delle partite dal vivo. Va detto che dal vivo i tempi sono sempre più lunghi, complice la necessità di mescolare le carte, sistemare il referto e svolgere tutte le operazioni manuali che online vengono invece automatizzate. Differenze che sicuramente faranno riflettere i giocatori, ma che alla fine lasceranno comunque spazio al campo, unico vero giudice nel definire le gerarchie.
La gestione dei cambi sarà istruita ai giocatori nelle prossime ore, dal momento che le modalità non possono essere le stesse di quelle dal vivo, dove è sufficiente un semplice cambio fisico tra i partecipanti. In questa versione online, invece, occorrerà seguire una procedura ben precisa, che sarà illustrata a tutti prima dell’inizio. E come sempre, i cambi potranno risultare decisivi nell’economia del torneo.
Un altro punto di interesse per la federazione riguarda le statistiche, che non saranno influenzate dal fattore mescolamento. Proprio su questo si era aperta, o meglio, riaperta, una discussione nelle ultime 24 ore. La questione, in realtà, era già stata sollevata negli anni scorsi da Simone Stagnitta, convinto che il mescolamento potesse incidere sulla distribuzione delle carte in maniera asimmetrica, favorendo alcuni giocatori rispetto ad altri.
Il torneo della Endurance Cup, con la sua durata eccezionale, potrebbe quindi fornire dati significativi per verificare questa teoria. Nella scorsa 24 Ore, vinta proprio da Simone, molti avevano notato il suo stile di mescolamento lento e macchinoso, giudicato da alcuni come un modo per spezzare il ritmo della partita. Lui si è difeso nelle interviste, spiegando che non c’era alcuna intenzione ostruzionistica: al contrario, cercava di mescolare con particolare attenzione perché considerava proprio quel momento il punto più delicato della partita. A sostegno della sua posizione, ha ricordato che mantenne lo stesso atteggiamento anche quando la sua squadra era nettamente in svantaggio a inizio gara.
Si tratta dunque di un aspetto che la federazione osserverà con attenzione e che renderà ancora più interessante la lettura complessiva del torneo, fornendo dati preziosi.
