Daniele Raiti ha voluto chiarire le ragioni della sua giocata, sgombrando i dubbi che secondo lui in maniera ingiusta la redazione ha voluto sottolineare.
Daniele ha voluto prendere le distanze da ogni strategia mirata a minimizzare eventuali perdite, quando ha giocato nello scontro diretto con Arturo Di Bartolo che nella mano incriminata aveva effettuato una chiamata.
Daniele ha detto: “Mi sembra assurdo che debba giustificare ogni mia giocata difendendomi da illazioni; il caso dello scorso anno è ben diverso; ho giocato nell’interesse comune di vincere senza pensare a dietrologie: in questo caso avevo la concreta possibilità di essere chiamato su 3 semi, di cui due forti e uno secco e ho deciso quindi di non gravare il conto sul giro al buio”.
Ha poi aggiunto: “A questi livelli non si possono fare giocate da scuola elementare e si deve ragionare in maniera più ampia”.
Arturo, avvicinato dalla redazione ha voluto ribadire quello che ha pensato in campo precisando che l’episodio si è concluso lì, quando è finita la partita: “Ho un estremo rispetto per la Briscola in 5 e quindi quando alcune giocate non sono fatte come ci si attende mi aspetto di capire il motivo; in quel caso io mi sarei aspettato che giocasse l’asso.”
Entrambi concordano infine sul valore della chiamata, molto discutibile.
Daniele ha voluto poi aggiungere che quel frangente abbia condizionato le scelte successive, in quanto nella mano dove ha subito il controcappotto poteva chiamare la carta a terra, che era di Arturo; ma per non innescare dubbi o polemiche, dopo l’appunto che Arturo gli aveva fatto durante la gara, ha preferito non chiamarlo come compagno.