Il ritiro di Sergio secondo Giuseppe: “Sergio, il leone divenuto gattino che lascia da tigre.” – NBL Official Site

Giuseppe Barone ha voluto omaggiare l’uscita di scena, il ritiro dalla NBL, da parte di Sergio Barone, uno dei giocatori più vincenti della storia della Briscola in 5. Giuseppe lo ha fatto a suo modo, a caldo, subito dopo la fine dell’ultima partita di Serie A, quella che è stata di fatto l’ultima partita ufficiale da professionista da parte di Sergio.”Un addio porta sempre con sé un velo di tristezza, anche se a lungo annunciato è inevitabile. A volte si trascina dietro anche l’amaro sapore del non detto, delle occasioni perse, di ciò che non si è riusciti e dire o esprimere, con le parole o con i fatti. Molto spesso è qualcosa di definitivo, qualche volta lascia spazio a clamorosi ritorni. Un addio può giungere per le ragioni e nei modi più disparati: per volontà come senza colpe, con rancore reciproco o di una sola parte, di comune accordo, per l’ineluttabilità del destino che separa persino ciò che sembrava inscindibile, per stanchezza o per inerzia. Forse l’addio di Sergio alla Nbl rientra in quest’ultima categoria, è un addio che si è consumato lentamente nel tempo senza che le due parti potessero fare niente per evitarlo, come una fiamma che in qualche modo sa che dovrà perire e che pian piano si consuma ma lo fa in maniera quasi impercettibile, giorno dopo giorno.Il punto è che però, prima di divenire fiamma morente, la storia di Sergio nella Nbl è stata un incendio che tutto divorava, un alito di vita, un ruggito. Sempre presente fin dagli albori del movimento, Sergio ne ha per anni incarnato lo spirito insieme a Giancarlo e Giuseppe, da sempre considerati proprio insieme a lui “I tre leoni della Nbl”. I tre, uniti da una rivalità forte e leale quanto il loro legame nella vita, sono stati da sempre un modello da raggiungere per chi si avvicinava alla lega, i giocatori più vincenti, un simbolo persino. In questa élite Sergio ci stava di diritto, non solo per nascita o anzianità ma per meriti conquistati sul campo. Portatore di uno stile di gioco diverso rispetto ai due illustri colleghi, ha collezionato trofei fin dai primi anni. La sua è stata una briscola forse diversa da quella di Giancarlo e Giuseppe, più rigorosa e scientifica la loro, ma altrettanto efficace: una briscola fatta non solo di ragionamento ma anche di istinto, di quelle repentine intuizioni utilissime in situazioni limite e nella mano morta; un modo di giocare sì da professionista ma innegabilmente anche tutto cuore e grinta, un approccio il suo per cui la parola resa non era contemplata.Sergio, come detto, ha vinto fin da subito (sua è infatti una delle Champions pre-Nbl, quella del 2003) ma è innegabilmente il 2010 il suo anno d’oro, quando è riuscito a vincere la 24 Ore, la sua confederazione e la seconda Champions della carriera. A fine anno sarebbe arrivato il giusto riconoscimento della Mazza d’Oro nella cui classifica è riuscito a spuntarla, neanche a dirlo, su Giuseppe e Giancarlo. Dopo questa incredibile annata si è ripetuto ancora nella 24 Ore, vincendo l’edizione del 2012, e con la vittoria della Nbl League del 2013, ultima gioia prima dell’inizio di un lento declino.È in questa fase che Sergio, il leone mai domo, si è gradualmente ridimensionato, sia nella presenza che nei risultati. Il suo nome non ha mai perso il peso e il rispetto che meritava ma in molti hanno notato un allontanamento dagli standard di gioco a cui si era abituati. Sono stati anni di alti e bassi nelle prestazioni ma senza risultati, anni in cui la scintilla è sembrata spegnersi fino all’ultima stagione, quella dell’addio, meditato ma ugualmente doloroso.È qui però che Sergio, il leone divenuto gattino, ha voluto graffiare ancora, nel modo di lasciare. È vero, la sua posizione in classifica lo condanna alla Serie B, Sergio esce ufficialmente sconfitto ma a ben vedere c’è molto di più. Mai si è vista nella storia una retrocessione con un personale di +58, persino superiore a quello del neo-campione d’Italia; mai si era visto un giocatore perdere così tante partite con punteggi tanto positivi; mai si era visto un giocatore prossimo all’addio e già retrocesso combattere fino all’ultima carta con tale furore.Per un curioso disegno del destino, Sergio lascia battendo Giuseppe nella sua ultima partita dopo aver sconfitto in stagione anche Giancarlo, come a voler dimostrare di aver veramente impresso il suo nome nella storia e di averlo fatto per sempre. Così ci lascia il vecchio leone divenuto gattino, con un balzo d’orgoglio degno di una tigre indomabile. E chi sa se magari un giorno la fiamma non tornerà ad ardere e la tigre non vorrà tornare nel luogo che le compete, luogo le cui porte saranno sempre spalancate. Giuseppe Barone.”