La domanda delle domande aleggiava nell’aria della conferenza stampa più particolare di sempre. Quando Simone Stagnitta si è seduto davanti ai microfoni, con Sergio Barone nei panni inediti di intervistatore, tutti sapevano che avremmo sentito parole destinate a far discutere.
E così è stato. Il co-fondatore della NBL, per la seconda volta consecutiva qualificato al girone élite della Champions League, ha spaziato dalla sua preparazione maniacale al confronto familiare più atteso: quello con Giancarlo, il campione in carica.
“Innanzitutto ringrazio Sergio per aver accettato di fare l’intervistatore in questa conferenza così importante” – esordisce Simone – “Devo esprimere la mia felicità per il percorso fatto negli ultimi due anni. L’anno scorso pensavo che la qualificazione al girone élite fosse un’eccezione, ripetermi per la seconda volta è eccezionale perché siamo solo in 6. Qualificarmi tramite ranking vuol dire essere lì in alto”.
Il racconto della stagione si fa intenso quando Simone ricorda la rimonta su Gaetano: “Mi sono trovato Gaetano in vantaggio a inizio stagione, poi c’è stata la 24 Ore che ha svoltato per certi versi anche una carriera. Come l’ho rincorso… ora mi trovo qui seduto, non vedendo l’ora di poter giocare le prossime sfide”.
Sul tema trofei, Simone non si nasconde: “Ritengo che si possa sempre fare di più, però considerando quanto ho vinto rispetto agli altri si può fare anche molto meno. Sono tra i tre-quattro giocatori che hanno vinto di più in tutta la storia. Certo, manca l’acuto della Champions che renderebbe tutto diverso”.
Le parole si fanno amare quando ricorda i secondi posti: “Ho fatto tantissimi secondi posti, soprattutto in Champions. Qualcosa di incredibile, di assurdo per certi versi. Sono onesto: io come Giuseppe avremmo meritato di vincere la Champions, ma siamo ancora più onesti nel dire che siamo giocatori che avremmo dovuto vincerla almeno due volte a testa”.
Il momento più atteso arriva quando si parla del cognome Stagnitta: “Il cognome non è pesante, è un orgoglio. Poter avere in famiglia Giancarlo è solo fonte di ispirazione, possibilità di confrontarsi nei momenti in cui non si gioca. È solo un beneficio, è un orgoglio”.
Ma quando il discorso si fa tecnico, Simone non arretra: “Se scendiamo in questo confronto inevitabile, non c’è partita. Giancarlo ha fatto la storia della briscola nel mondo. Ci sono state stagioni in cui lui ha sempre vinto almeno un trofeo, e sappiamo quanto è difficile. Nonostante questo, posso dire di averlo superato in alcune stagioni”.
Il riferimento va alla stagione della doppietta campionato-Coppa di Lega: “Mi ricordo la stagione clamorosa che mi portò alla vittoria del campionato e della Coppa di Lega nello stesso anno, al secondo posto in Champions battuto solo da Giancarlo. Ho sempre espresso il mio disappunto per non aver vinto la Mazza d’oro che avrei meritato, vinta da lui che ha avuto quell’acuto in Champions in una stagione non esaltante la sua”.
Sulla preparazione alla Champions, Simone rivela metodi mai confessati prima: “Non faccio amichevoli a caso. Faccio un percorso in cui riesco a provare specifiche situazioni, quindi forzo su alcune cose. È una preparazione mirata, forse qualcuno un giorno se ne renderà conto”.
E ancora: “Analizzo mentalmente, ripasso le giocate che ho fatto, quelle che hanno fatto gli avversari, registro le mosse per poterle replicare se mi sono piaciute o capire le trappole che possono tendermi in altre partite. Ho strumenti a mia disposizione come NBLstats+ che ho fondato io, quindi so ancora meglio come funzionano”.
La bomba finale arriva quando Simone deve scegliere tra Giuseppe e Giancarlo come più forte della storia: “È una domanda scorretta che mi mette in difficoltà. Ma se analizzo bene, posso giustificare che Giancarlo ha dato di più, specialmente negli ultimi anni. Stiamo parlando dei due più forti della storia, al di sotto c’è il vuoto, in termini storici. Giuseppe ha avuto un rallentamento sette-otto anni fa, Giancarlo non ha mai smesso”.
L’analisi si fa chirurgica: “Giuseppe è rimasto troppo fedele alla sua briscola a livello tattico. Giancarlo ha avuto l’abilità di evolversi, sviluppare nuove strategie. Molte sottigliezze, quelle che non vengono viste, le ha introdotte lui nel gioco, ruolo che è stato di Giuseppe per buona parte della prima era NBL. Complessivamente Giancarlo ha vinto di più, ha vinto sempre. Per me la risposta è questa”.
