Come si presenta alla Champions League il numero uno del mondo? Daniele Raiti ha risposto con la consueta schiettezza e un pizzico di amarezza che non passa inosservata.
Daniele, reduce da una stagione al di sotto dei suoi standard abituali, ha aperto il cuore nella conferenza stampa pre-Champions: “È stato bello essere in vetta ed è stato bellissimo esserlo per tutto questo tempo, però è giusto che ci sia il ricambio. Non ti nego, non vedo l’ora che qualcuno mi possa superare perché sento l’esigenza di dover tornare a rincorrere la vetta”.
Parole che fotografano perfettamente lo stato d’animo di un fuoriclasse che, dopo anni di dominio assoluto, cerca nuovi stimoli. Una stagione, quella attuale, che Raiti non definisce “da buttare”: “Ho vinto la NBL Ranking Finals, sono arrivato secondo in Coppa di Lega, ho fatto una buona 24 ore. Sicuramente meno performante rispetto alle ultime stagioni, ma ci sta”.
Per la prima volta da quattro anni, Daniele non ha raggiunto le finals della Super League. Un dato che pesa, ma che il numero uno mondiale relativizza: “Qualche piccolo dettaglio ha fatto la differenza, ma nel complesso non credo sia stata una Super League negativa”.
L’esperienza dell’anno scorso nel Girone Élite gli ha insegnato una lezione fondamentale: “Il girone va aggredito, le carte vanno sfruttate tutte e sempre. Nulla è scontato e l’anno scorso è stata dura metabolizzare l’eliminazione. Spero di far meglio quest’anno e potermi giocare la carta dell’accesso diretto in finale”.
Tema caldo quello delle NBLstats+ live, strumento che Daniele ammette di non aver ancora sfruttato appieno: “Godono di un potenziale sicuramente importante. È un aspetto su cui dovrò lavorare nei prossimi mesi perché può diventare nel tempo un elemento discriminante”.
Interessante anche la sua lettura sul livellamento verso il basso della NBL: “Noto sempre più frequentemente giocate poco ragionate. Giuseppe Barone, dall’alto della sua tecnica, soffre più di altri questo fattore. Non credo che la sua assenza sia frutto di una crisi personale, ma più di una crisi di sistema”.
Sulla Confederations Cup, Daniele difende le proprie scelte: “Non bisogna dimenticare che la mia confederazione sceglieva per ultima nel draft, questo ci ha penalizzato. Siamo secondi e per le premesse penso che stiamo andando parecchio bene”.
Ammette invece qualche problema di condizione dopo gli ultimi amichevoli: “Negli ultimi match sono sembrato parecchio arrugginito, ma è una ruggine che riusciremo a far andare via senza grosse difficoltà. Mi sento in forma, mi sento pronto per la Champions”.
Il verdetto del campo, tra pochissime ore, dirà se il numero uno del mondo saprà ritrovare quella fame che lo ha reso leggendario. La Champions League 2025 può essere l’occasione per riscrivere una stagione finora non esaltante.