Alla vigilia della finale di Coppa di Lega 2025, Daniele Raiti si presenta in conferenza stampa con la lucidità di chi sa che il suo ciclo da numero uno assoluto sta per chiudere un capitolo, ma non il libro. Il giocatore più vincente e dominante degli ultimi anni affronta una delle finali più particolari della sua carriera, segnata da entusiasmo, amarezza e una consapevolezza nuova.
La sua analisi parte da un punto chiaro: questa finale non nasce in un percorso lineare. «Essere qui in conferenza stampa è sempre un grande piacere per me» apre Raiti, sorridendo. «Giocare le finali è sempre bello. Questa forse ha un sapore un po’ amaro perché nasce dall’eliminazione della Super League. Forse avrei preferito arrivare quinto in Super League che essere qui oggi per giocarmi il titolo».
Il sorteggio non lo ha aiutato, e il giocatore non lo nasconde. «Sicuramente il sorteggio non è stato benevolo. Peppe insieme a Simone credo fosse il giocatore che più temevo tra quelli presenti in semifinale». Le carte, però, questa volta sono state dalla sua: «È andata bene, le carte sono state dalla mia. È stato un vantaggio chiudere con un discreto margine la prima delle tre partite. Mi ha permesso di gestire meglio le due sfide successive. Ho cercato di evitare rischi inutili, sono stato sempre in controllo ed è andata bene stavolta».
Poi il discorso si allarga alle sue sensazioni sul ciclo al vertice del Ranking. «Credo che sia una fase che sta volgendo al termine. È stato un periodo lungo, irripetibile sia da parte mia che da parte di altri. È davvero improbabile riuscire a emulare quanto è successo negli ultimi anni, sia per merito mio sia per alcuni passaggi in cui la fortuna è stata dalla mia parte. È stato un bel percorso. Comincia a scricchiolare, ma è giusto così».
Il riferimento è al suo imminente addio al primo posto. Un addio, però, vissuto con maturità. «Vivo questi ultimi mesi in testa al Ranking con serenità e con la consapevolezza di aver dato tutto, e con l’energia per ricominciare dal 27 dicembre per riconquistare la vetta quanto prima. Spero che quello che è un probabile addio possa essere solo un arrivederci». La sua memoria corre al passato: «Pensavo a cosa ho fatto quel giorno della famosa amichevole del 30 settembre in cui vincendo potevo tornare primo. Da lì sono cambiate tante cose, sia nella NBL sia nella mia vita personale. Un gran bel periodo che volge al termine: un po’ di malinconia, ma tanta felicità».
Il record dei giorni in testa, per lui, non è stato un incidente statistico. «È stato bello, un record che ho cercato, voluto e coltivato. Non è un record frutto del caso. Ci sono stati momenti fortunati, certo, ma è stato un obiettivo che ho voluto ogni giorno». E lasciare la vetta, per Raiti, è un segnale positivo per il movimento: «Significa che l’NBL è viva. Significa che arriverà qualcun altro e il cambiamento è sempre positivo. L’NBL ha bisogno di competitività, io ho bisogno di competitività. Avere un avversario da raggiungere e magari superare è uno stimolo di cui ora sento il bisogno».
Poi la testa va alla finale: un tavolo pericoloso e imprevedibile. «È un tavolo molto eterogeneo: l’aggressività di Ciccio Vecchio, la costanza di Giovanni Nastasi, l’estro di Simone e l’incognita Nino. Può venire fuori di tutto. Come tutte le finali, sarà importante saper leggere i momenti, perché sono quelli che fanno la differenza».
La chiusura è la più semplice, e forse la più sincera: «Farò di tutto per centrare l’obiettivo del primo posto».
Il 2025 di Raiti è stato un alternarsi di riscatto e difficoltà. L’anno si è aperto con la vittoria nella NBL Ranking Final 2025, un risultato che gli ha restituito fiducia dopo l’uscita traumatica dalla Champions e che gli ha permesso di sentire nuovamente le carte girare dalla sua parte.
Nella NBL Race, però, la storia è diversa: oggi Raiti è al sesto posto, staccato di 300 punti dal leader.
Rimane ancora viva l’ombra lunga delle controversie della Champions League 2024, quando un ricorso, un controricorso e una revisione del regolamento lo portarono all’eliminazione dopo il cambio del criterio di passaggio (dalle mani vinte assolute alla percentuale). Paradossalmente, fu proprio lui a cambiare il suo voto per rendere unanime la modifica.
Oggi però quei capitoli appartengono alla storia. Adesso c’è una finale da giocare, un ranking da difendere e, soprattutto, una stagione da chiudere da Daniele Raiti.
