L’anno di Arturo si sta trasformando in una stagione speciale e i risultati stanno arrivando in quello che è uno dei massimi tornei del circuito, la Super League. Il sorpasso da stomaci forti fatto contro Giancarlo Stagnitta nello scontro diretto dà l’idea del peso specifico di Arturo in questo momento. Arturo Di Bartolo si trova primo in classifica generale con due punti di vantaggio da Giancarlo, con lo scontro diretto in tasca a 3 giornate dalla fine.
Ha superato quello che è l’incubo di ogni giocatore di briscola, ovvero non riuscire mai a chiamare: l’incubo arrivato nel giorno in cui non doveva arrivare, ovvero lo scontro diretto, la sfida che può valere lo scudetto. Ma Arturo ha superato anche questo: un percorso per adesso immacolato nella casella delle sconfitte che proietta Arturo verso un finale di stagione importante.
Ma Arturo non è tipo da nascondersi dietro a celebrazioni: al contrario, prova a smontare con equilibrio alcune delle letture circolate negli ultimi giorni, partendo da una consapevolezza precisa.
«Io penso che nella briscola in 5 il fattore fortuna sia molto importante», spiega Arturo. «A volte la fortuna dà e prende: a me ha dato la fortuna di essere sempre compagno di Giancarlo (e così ho perso pochi punti da lui), ma non mi ha dato neanche una chiamata. Ed è vero, come hai detto tu, che ho giocato in difesa».
Una difesa che non gli ha impedito di restare davanti, seppure con margini sottili: «Nella generale ora ho soli 2 punti di vantaggio su 9 a disposizione, tutto è possibile. Non ho ancora vinto nulla, al momento sono orgoglioso delle prestazioni». Una dichiarazione che fotografa bene lo stato d’animo: piedi piantati a terra e rispetto totale per il rivale diretto.
«Giancarlo è un grande, lo ha dimostrato anche l’altra sera», continua Arturo, confermando come l’equilibrio di questo campionato sia ancora intatto e che nulla sia scritto fino in fondo. Dove invece Arturo non ci sta è sull’interpretazione della chiamata di Soraya, diventata crocevia di discussioni e persino di una segnalazione.
«Non sono d’accordo con l’analisi che è stata fatta sulla chiamata di Soraya», ribatte con decisione. «Soraya non ha strappato lo scudetto dal petto di Giancarlo. Soraya, come tutti noi al tavolo, ha giocato per vincere contro il suo avversario. La chiamata è partita da 81 ed aveva 5 briscole: a 92 ci è arrivata dopo una dura asta con Giancarlo. È stata solamente sfortunata nella posizione del compagno e in una mano morta da 20 punti».
Parole che mirano a ricontestualizzare: «Quella chiamata non merita la segnalazione perché è normale che si forzi in questi casi. La stava forzando anche Giancarlo che è arrivato a 91. Sarebbe stata scorretta se non avesse avuto nulla da vincere e avesse forzato in questo modo. Perciò, secondo me, non ha fatto nulla di così particolare da creare danno a Giancarlo: si tratta solamente di una variabile del gioco, in questo caso sfortunata per Giancarlo».
Un taglio netto e chiaro, che ribalta la narrativa del “giallo” in una lettura più sportiva e rispettosa. Arturo esalta la competitività del campionato, la forza del rivale e persino la correttezza di Soraya, rimettendo la Briscola in 5 nella sua dimensione più essenziale: ogni mano è una variabile, ogni asta un rischio, e il confine tra vittoria e sconfitta è sempre sottile.
