Dopo circa 10 giorni dell’entusiasmante inizio della nuova Confederations Cup, Giuseppe ci racconta i retroscena delle scelte che hanno portato alla formazione della Confederazione Nord.
La Confederazione Nord ha una grande e vincente tradizione nella Confederations Cup, basti pensare che le prime tre edizioni sono state vinte da Andrea Sgroi e Giuseppe Barone, che tra l’altro hanno sempre militato in questa confederazione, dall’inizio.
La forza di questa confederazione è stata netta anche quando poi il regolamento è cambiato, quando in finale la confederazione migliore portava due giocatori e così nelle ultime 3 edizioni, due volte sono riusciti ad essere la confederazione più performante portando nel 2017 e nel 2019 sia Giuseppe che Andrea in finale.
La Confederazione Nord è stata quella che durante il draft ha regalato più sorprese, e gli addetti ai lavori non hanno potuto non sottolineare che lasciare Andrea Cerra nelle mani di Franco Coletta, nella Confederazione Centro Nord, sia stata in maniera oggettiva una perdita da una parte, ma forse e sopratutto un assist per la confederazione di Franco che versava in pessime acque.
Ma Giuseppe chi spiega tutto, raggiunto dai nostri inviati: “Questa esperienza del draft è stata molto interessante e anche divertente. Per le scelte mi sono consultato col co-fondatore Andrea Sgroi; abbiamo puntato su opzioni all’apparenza controcorrente.
Abbiamo preferito magari perdere ora qualche punto convinti che Giovanni Nastasi e Nico Milazzo quest’anno possano far bene.
Cercheremo di contrastare la Confederazione favorita, perché io vedo una favorita tra tutte.”
Non ci sono sorprese nella formazione schierata, in quanto i punti regressi del 2023 che altrimenti andrebbero persi sono tanti per i 3 scelti. L’incognita Nico, che per adesso non schierato, potrebbe andare in free agent e potrebbe far gola alla concorrenza, al netto che Nico si è defilato parecchio negli ultimi anni, non riuscendo a trovare continuità.