La stagione 2023 ha consacrato Daniele Raiti ai vertici mondiali e in una NBL moderna dove il dominio è sempre più raro, Daniele ha dovuto fare affidamento a tutto ciò che è in suo possesso.
Un Daniele che nelle innumerevoli interviste ha detto di sentirsi stanco, nei pre gara, come fosse una tattica per far abbassare l’attenzione agli avversari; storica quella che precede la vittoria della Confederations Cup.
Si sarebbe poi lamentato del calendario pieno di impegni, ad un certo punto della stagione, quando in Super League è uscito dalla lotta al titolo, secondo voci di corridoio non verificate.
Ma il culmine del Daniele pensiero si raggiunge nella terza giornata di Super League che per poco non ha fatto saltare il banco dei vertici della NBL. La scelta di Daniele di giocarsi la mano, decisiva per Giancarlo in posticipo in quella giornata, da compagno in maniera volontaria, secco di briscole, ha cambiato la visione di molti aspetti. Gli strascichi si sono prolungati, con il Presidente Simone Stagnitta infuriato, sia per la giocata sia per l’atteggiamento post giocata, in cui Daniele ha rivendicato la sua scelta, salvo poi fare un passo indietro. In quel punto il rapporto con l’opinione pubblica si incrinò e la sua credibilità fu messa in discussione.
Da lì Daniele fece partire la crociata secondo cui fosse stata azionata la “macchina del fango”, un colpo basso, con lo scopo di difendere le sue scelte e spostare l’attenzione.
Poi di nuovo la stanchezza nella 24 Ore come attenuante, dove era atteso al banco di prova con la super squadra dei sogni; è naufragato e la squadra è stata “salvata” dalla debacle assoluta dal personale di Giancarlo.
Nella seconda parte di stagione, con i nuovi gironi di Champions League ha fatto vedere la parte migliore, belle giocate, ragionamenti sopraffini, chiamate calibrate, vittorie storiche; insomma, tutto quello che il Daniele buono e bravo ci aveva già abituati.
Poi l’ultimo atto, la versione squalo: lì al tavolo della finale della Champions League tutti ormai si erano arresi, incensando Gaetano per l’ottima prova. Daniele invece no, sentiva ancora il sangue della vittima a chilometri di distanza, e quando Giovanni e Arturo iniziano ad intavolare discorsi sul piazzamento esce letteralmente pazzo. Daniele ci ha creduto sempre, da campione, machiavellico, sa che niente è finita finché è finita.
Allora intimorisce in un certo qual modo gli altri, con le sue parole; lui ben sa che nella semifinale ha giocato la sua peggior partita della stagione e nonostante questo ha passato il turno grazie al cappotto a 120, ma non importa, non deve renderne conto a nessuno. Così alla prima opportunità, con quella chiamata che anche lui ha reputato al limite tanto è che ha voluto controllare il regolamento in prima persona prima di giocate, chiama 111. Il resto è già storia.
Si prevede un 2024 di traguardi clamorosi per Daniele, dove il primo potrebbe essere la tanto agognata Mazza d’Oro sfuggita nel 2019.