Con rammarico ancora vengono sottovalutati aspetti che un giocatore NBL non può assolutamente trascurare. Giocare tanto per giocare è un discorso che ha un epilogo laddove si competa per un obiettivo diverso che dal vincere la singola mano.
In antichità il gioco della Briscola in 5, abbinato al gioco d’azzardo, portava la vincita per singola mano, che era quello che contava di più. Questo elemento è stato ereditato, portato dietro anche in altri contesti. La NBL è qualcosa di diverso, primo perché non ci sono premi in danaro in palio e secondo perché si compete per vincere i trofei, divertendosi. Se vincere il trofeo comporta vincere le singole mani, è importante notare che bisogna adattare le strategie affinché si arrivi a quell’obiettivo. Chiamare tanto per chiamare, quando non si pensa alla classifica è a questo punto storico della NBL un fatto non accettabile, perché il rischio di creare un danno collaterale agli altri ma soprattutto a se stessi è inevitabile.
E così tornano alla mente Simone Berizia che nella Champions 2021 chiama 81 e non 91, non rendendosi conto che sarebbe passato vincendo a 91, sempre nel 2021 ma in Super League Francesco Gullo jr che va in asta alle Finals di Super League del 2021 senza che possa qualsiasi risultato migliorare la sua posizione; quest’anno con Giovanni che chiama 81 esaurendo le chance di rimonta su Gaetano, ripreso e sgridato da Daniele Raiti; la chiamata di Soraya del tutto pleonastica che esclude Simone Stagnitta dalla finale di quest’anno.
La NBL è per forza di cose ormai a livelli più alti, sia per l’attenzione ormai diffusa sia perché l’appiattimento verso l’alto del livello rende ormai molti giocatori capaci di poter vincere un trofeo importante. E così accade che Simone con una mano, non dipendente da lui, sia escluso dalla finale, escluso dalla possibilità di andare in testa al Ranking, compromettendo anche la corsa alla Mazza d’Oro.